Quando arrivano gli americani, è sempre un giorno di festa. Nel basket, soprattutto in passato, erano delle divinità con l’unico obiettivo di far divertire il pubblico e far vincere le proprie squadre. Negli anni Trapani è stata fortunata. Di americani forti ne sono passati tantissimi. Negli anni della A1, poi, Wendell Alexis probabilmente è inarrivabile per tutti. E l’eredità che raccolgono Sekou Wiggs ed Elijah Childs non è certo semplice.
A Sekou Wiggs viene chiesto di trascinare la squadra, di essere il go-to-guy di una squadra totalmente nuova. Elijah Childs, invece, dovrà dare solidità, velocità di piedi e un basket diverso. Childs sarà il pivot titolare: la Pallacanestro Trapani andato via Andrea Renzi aveva due vie. Prendere un giocatore simile o cambiare totalmente tipologia di squadra. Parente e soci hanno scelto la seconda via mettendo insieme una squadra che sicuramente punterà alla salvezza per poi spingersi finché potrà. Paradossalmente, però, potrebbe essere una squadra più veloce e divertente rispetto a quelle viste negli scorsi anni.
E l’Entusiasmo dei due nuovi americani è stato papabile ieri quando sono stati presentati al Sun Club di Trapani. «E’ la mia seconda esperienza in Italia – afferma Sekou Wiggs – , la stagione a Ferrara è stata buona e quando mi si è presentata l’opportunità di ritornare non ho esitato. Ho già avuto modo di conoscere coach Parente, è molto preparato ed in questi giorni abbiamo parlato tanto. Dei miei nuovi compagni conoscevo solo Taflaj poiché avevamo giocato contro quando ero a Ferrara. Il coach mi ha detto cosa si aspetta da me, sono pronto a prendermi le mie responsabilità e sono sicuro che più ci conosceremo più riusciremo a giocare bene e, alla fine, ci toglieremo tante soddisfazioni. La qualità del mio gioco dipende anche da quanto la squadra farà bene. Io posso giocare in tanti ruoli, nei primi anni di College ed in G-League giocavo da playmaker, poi con gli anni mi sono trasformato in una combo-guard ma mi metterò sempre a disposizione del coach e della squadra».
In questa ottica Wiggs è un vero jolly all around tra gli esterni. Ha palleggio, ha creatività, ha punti nelle mani. Tutto fa ben sperare e la sua voglia di tornare in Italia è stata decisiva per il suo approdo in Sicilia dopo esperienze in Europa. Per la A2 rischia di essere un califfo che, se messo, in ritmo, può assicurare 25 punti di media a partita. Inutile dire che le aspettative su di lui sono alte.
Discorso diverso, invece, per Elijah Childs. È un rookie: un giocatore che per la prima volta lascia di States per raggiungere l’Europa. I rookie possono essere dei crack assoluti come dei flop. Tante sono le problematiche che possono nascere ma le sue parole rassicurano. È qui per dare solidità. Una parola ripetuta più volte ieri sera.
«Quando mi hanno proposto di venire in Italia – dice Childs – , ho preso informazioni sulla città perché già ero consapevole del fatto che l’Italia era un luogo ideale per crescere e migliorare il mio gioco. La città mi è sembrata subito stupenda, il cibo, le persone, il mare… ci sono tutti gli ingredienti per fare bene. So che il basket europeo è diverso da quello del college ma in realtà il tipo di pallacanestro che il coach si aspetta da me non si distacca molto da quello che sono abituato a fare. Dovrò adattarmi in fretta e migliorare, ma metterò subito a disposizione della squadra le mie caratteristiche che sono la velocità, l’atletismo e lo spirito di sacrificio. Dovrò occupare molto il pitturato e catturare più rimbalzi possibili ma sono un giocatore molto versatile a cui piace anche attaccare fronte a canestro e difendere. Per me questa è una grande opportunità e non voglio lasciarmela scappare».
Ecco, ci servirà tanta solidità sotto canestro, in un reparto che molti hanno già definito inferiore allo scorso anno. Però molti stanno sottovalutando il risvolto della medaglia. Una squadra “piccola”, spesso significa essere una squadra veloce. Se tutti reggono difensivamente e si intercambiano accettando qualsiasi cambio da pick&roll, il problema è degli avversari. Sono gli altri che poi dovranno correre dietro a noi.
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