Nubi nere nel gruppo consiliare “Amo Trapani”. Domani Anna Garuccio formalizzerà l’uscita dal gruppo dopo che poco più che una settimana fa era stata nominata vice capogruppo per dichiararsi indipendente. Una riflessione che nasce dopo la diatriba dovuta alla nomina di vicepresidente del Consiglio di Rocco Greco.
Le sue parole.
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione” art.21 Costituzione Italiana.
Tutti gli esseri umani nascono potenzialmente dotati di intelligenza, ma solo attraverso il passaggio dalla potenzialità all’azione ed attraverso l’esercizio disciplinato dell’intelligenza stessa, si può diventare persona intelligente o meno. Così affermava Aristotele già nel IV secolo a.C. ogni pensiero deve inoltre diventare sostanza nella comunicazione ed essere espresso attraverso quello strumento proprio dell’uomo che è il linguaggio parlato, cosa che nel Consiglio Comunale di Trapani, da qualche tempo non è più consentito a tutti. Ma veniamo ai fatti.
Ciò che ha determinato oggi la rottura è ancora una volta legato al metodo adottato. Tutti ormai sanno che la forma è sostanza delle cose e quanto avvenuto giovedì 1 agosto prima della seduta del Consiglio Comunale di Trapani riunito per la scelta del suo Vicepresidente ne è la prova manifesta e, secondo il mio modesto parere, questa volta costituisce un atto gravissimo nei confronti dei sacrosanti principi di democrazia di cui, per forza di cose, un’Istituzione pubblica deve essere espressione ed insegnamento. Principi che devono essere usati in prima istanza nei confronti di ciascun individuo che in quella sede si trova non per caso, ma in veste di rappresentante dei cittadini.
L’Odg era costituito dalla votazione per il nuovo vicepresidente, dopo le dimissioni del consigliere Vassallo.
Secondo un precedente accordo di maggioranza e nel rispetto del contributo che le diverse liste avevano dato al buon esito delle elezioni, tale carica sarebbe toccata al gruppo “Trapani con coerenza “ il cui capogruppo è l’attuale assessore Vincenzo Abbruscato. La scelta avrebbe dovuto essere fatta tra due concorrenti della stessa lista: il consigliere Rocco Greco e la consigliera Annalisa Bianco. Fin qui nulla da dire. Mi è d’obbligo però, qui, sottolineare che la scelta delle cariche della Presidenza e della Vicepresidenza è prerogativa esclusiva dei consiglieri tutti che votano il candidato che al meglio li rappresenti. Così era sempre stato fatto nelle sedute precedenti, per cui prima di ogni votazione i consiglieri della maggioranza, insieme al Sindaco, si riunivano per fare sintesi comune su un unico nominativo per evitare lungaggini ed eventuali sbavature poi nel dibattito assembleare.
Ma questa volta ciò non è assolutamente avvenuto.
Già nel pomeriggio circolavano voci e messaggini con il nominativo da votare, ed era quello di Rocco Greco
poiché la “lista” di appartenenza aveva già operato questa scelta, escludendo di fatto il Consiglio e ponendo un veto sulla candidata Bianco da tutti apprezzata per la competenza, per i titoli in suo possesso e tra le altre cose, perché espressione della componente femminile della maggioranza. Tanto che la consigliera Spada dichiarava apertamente tramite messaggio WhatsApp che l’avrebbe votata. A questo punto è intervenuto con un messaggino ancora il presidente del consiglio Guaiana sostenendo che non era possibile perché la “lista” Trapani con coerenza aveva deciso così.
Tutto ciò mi ha turbato in primo luogo perché il nostro ruolo di consiglieri era stato brutalmente esautorato e ridotto al mero esercizio di un formale avvallo di quanto già deciso, in secondo luogo perché nessuno può sostituirsi alla libera scelta di un consigliere chiamato in quella sede per esprimere un suo diritto/dovere. Comprendo benissimo che la libera volontà di scelta del singolo possa essere sostenuta da un precedente confronto tra i consiglieri che determini una valutazione dei casi, degli eventuali candidati, e una sintesi di indirizzo per gli altri,fino ad arrivare addirittura all’espressione anche di un solo nominativo, motivandone le ragioni , ma che ciò non avvenga e di fatto venga imposta una scelta aprioristica costituisce per me la negazione del confronto democratico se non addirittura un atto di prepotenza intollerabile.
La POLITICA è un’arte nobile, forse la più nobile di tutte le altre perché presuppone immediatamente i destinatari e i fruitori che in sostanza costituiscono lo Stato. Essa presuppone ed obbliga a dei valori, impone il confronto dialettico e produttivo, il rispetto, competenze specifiche per i candidati, il dovere di rispettare le regole della DEMOCRAZIA. Mai e poi mai può essere licenza o prepotenza, perché chi sceglie di entrare in politica deve essere di esempio alla cittadinanza perché il politico deve mettersi al servizio di tutta la collettività, di tutti i cittadini non solo di chi lo ha eletto. Ecco perché mi sono ribellata ad una imposizione che aveva il profumo non di una primavera di rinascita della nostra comunità , ma l’acre odore di un sistema vecchio che purtroppo continua. Prima che ciò accadesse, in una riunione di maggioranza, ho cercato pacificamente di esprimere il mio pensiero denunciando atteggiamenti impropri dal punto di vista democratico, ma nel momento in cui mi è stata data la parola, il Presidente Guaiana ha affermato che non dovevo parlare perché il gruppo si era già espresso e che se io non mi fossi adeguata non avrei potuto far altro che andarmene, ripetendo in tal modo quanto lo stesso Sindaco Tranchida aveva pronunciato qualche settimana addietro nei confronti del consigliere Lipari, indicando in quell’occasione addirittura la porta e minacciando che si sarebbe rotto il gruppo. Tutto ciò è molto grave perché non tiene conto che chiunque si trovi oggi all’interno dell’istituzione amministrativa della città altro non è che l’espressione della volontà dei cittadini che meritano rispetto non solo al momento delle elezioni, ma soprattutto dopo, quando dalle belle promesse si deve passare ai fatti che purtroppo non sono i giochetti per una carica di effimero potere.
Anch’io la settimana scorsa sono stata invitata a limitare il mio pensiero, il mio punto di vista, e sollecitata a votare in futuro non secondo il mio libero arbitrio, la mia coscienza , i miei valori ,magari dopo un confronto con gli altri, bensì secondo ordini di scuderia presi precedentemente da altri. Addirittura mi è stata posta la possibilità in futuro di uscirmene dall’aula in caso di dissenso dalla linea adottata a mia insaputa. Ma allora mi chiedo che ruolo hanno i consiglieri se i giochi, i giochetti e le scelte vengono fatti da altri? in democrazia esiste il confronto dialettico e produttivo per il bene della collettività, non ci possono essere out-out come è stato fatto a me perché nel Consiglio io non rappresento me stessa come persona , ma gli elettori che hanno avuto fiducia in me e tutti i cittadini perchè l’Istituzione amministrativa è fatta per l’intera collettività, per l’intera città. Per chi mi ha votato e per chi non mi ha scelto.
In un processo dialettico, pur all’interno di una maggioranza le opposizioni hanno una funzione fondamentale, senza confronto la democrazia muore.
Ho scelto di scendere in politica per mettermi al servizio degli altri, e in questa mia scelta ho messo a disposizione la mia preparazione, la mia cultura, il mio amore per la mia città, il mio tempo, la mia sensibilità e non per fare la geisha che dice sempre di sì al capo. Se oggi mi trovo a parlare con amarezza è perché vivo il dolore di vedere tante promesse rimaste solo parole e il degrado oggettivo di una città che merita molto di più. Non so come andrà a finire, ma io sono perfettamente consapevole delle mie scelte: scelgo la coerenza con i miei principi, con i valori che mi sono stati insegnati, scelgo voi, miei concittadini, scelgo il bene di Trapani.