Angela Grignano: “Avrò casa a Parigi per continuare a curarmi ma non è stato facile”

Deve tornare ancora una volta a Parigi, Angela Grignano, la 26enne ballerina e animatrice di Trapani rimasta ferita nell’esplosione di rue de Trévise del gennaio 2019. L’attendono controlli, visite e terapie per proseguire nel percorso di riabilitazione della gamba sinistra rimasta gravemente ferita e salvatale da una serie di delicati interventi dei chirurghi della capitale francese.

La giovane, nota per la sua grinta e forza d’animo con la quale, da subito, ha affrontato questa terribile vicenda, non nasconde, oggi, il suo disappunto e la sua amarezza nati difficile rapporto con gli uffici dell’amministrazione comunale parigina. Angela è in attesa da tempo dell’assegnazione di un alloggio, di cui dovrà pagare l’affitto, per ovviare al disagio di alloggiare per lunghi periodi, come è accaduto finora, in una stanza di albergo insieme alla madre che l’assiste.

La giovane aveva chiesto agli uffici comunali di posticipare verso la fine di luglio la data in cui firmerà il contratto di affitto dell’immobile perché in quel periodo arriverà a Parigi per i controlli sanitari. “Mi è stato fatto capire – scrive – che questa è la prima e l’unica volta in cui mi sarà concessa questa opportunità. Mi hanno reso invalida 24 anni – prosegue la giovane – e, prima di tornare a casa per il coronavirus, ho atteso senza esito quattro mesi in hotel che mi trovassero una casa, sono stanca e stufa di questi comportamenti da parte di chi ha il dovere di aiutarmi. Ho scritto all’avvocato di Parigi che segue le vittime”.

E proprio sul fronte giudiziario della vicenda si registra una novità, come scrive il quotidiano online Le Parisien: in un articolo dello scorso 15 giugno, infatti, si riporta che l’amministrazione comunale di Parigi sarebbe responsabile dell’esplosione, dovuta a una fuga di gas, che ha causato quattro morti e feriti tra cui la 26enne trapanese.

L’indagine sull’incidente, datata 30 maggio 2020, convalida – riferisce Le Parisien – le conclusioni di un documento reso pubblico a dicembre e rileva, in particolare, una “mancanza di vigilanza” da parte del Comune stimando che “l’esplosione avrebbe potuto essere evitata” se la causa del cedimento del marciapiede davanti all’edificio in cui si è verificata la fuga di gas, e poi l’esplosione, fosse stata indagata e risulta a monte.

In quella strada nel 9° arrondissement persero la vita un turista spagnolo, un residente dell’edificio e due vigili del fuoco, altre 66 persone rimasero ferite.
All’epoca gli esperti conclusero che l’esplosione era stata causata da “un accumulo di gas naturale dalla rete di distribuzione cittadina a seguito della rottura di una tubatura”, avendo come “causa principale” il cedimento del marciapiede. Nel rapporto finale i quattro esperti giudiziari, nominati dagli inquirenti che procedono per omicidio e lesioni involontarie, confermano le loro precedenti conclusioni.

I periti chiamano in causa anche il fiduciario della comproprietà dell’edificio, che, secondo loro, avrebbe dovuto “procedere alla riparazione del collettore di acque reflue dell’edificio il prima possibile dopo che era stato portato alla luce il 25 novembre 2015”.

Infine, gli esperti sottolineano la responsabilità della società di lavori pubblici che, nel novembre 2016, eseguì interventi sul marciapiede, ritenendo che non avesse capito “che il vuoto sotto la copertura del marciapiede ha rivelato l’instabilità del terreno la cui causa avrebbe dovuto essere cercata”.

“Il Comune assumerà le sue responsabilità”, promettono a Parigi, assicurando, contrariamente alle accuse di una parte delle vittime, che “la città ha fatto di tutto per facilitare l’avanzamento della procedura e il sostegno alle vittime”.

In attesa che la giustizia segua il suo corso, il sindaco del IX arrondissement e le vittime stanno combattendo per l’istituzione di un accordo di risarcimento. Il prossimo 1 luglio si svolgerà un incontro con il delegato interministeriale per l’assistenza alle vittime per lavorare a questa convenzione.