Un allevatore sardo si fa fotografare con una pecora con le zampe legate trasportata a tracolla come se fosse una sacca, tanto da scriverle sul corpo con lo spray la parola “Carpisa”, noto marchio di borse e valige.
La foto sui social è giunta all’attenzione dell’animalista trapanese Enrico Rizzi, presidente del Noita e capo della Segreteria nazionale del Partito Animalista Europeo, che l’ha pubblicata sia sul suo profilo sia sulla pagina dell’associazione, criticando il comportamento dell’uomo.
L’allevatore, però, lo ha denunciato per diffamazione e, al termine delle indagini, la Procura della Repubblica di Trapani ha rinviato a giudizio Rizzi per diffamazione aggravata dall’uso di internet. I fatti risalgono all’aprile 2018.
Nel decreto di citazione a giudizio si legge che l’allevatore “trasportava una pecora in spalla, adagiata all’interno di una sacca”. “La triste realtà – commenta Enrico Rizzi – è che si tratta di un essere vivente, vittima di un indegno sfottò da parte del suo allevatore, rimasto impunito”. L’udienza dinanzi al giudice monocratico di Trapani si svolgerà il prossimo mese di aprile.