Dallo scorso 30 agosto la statua raffigurante Sant’Antonio Abate, ospitata nella cappella dell’omonimo ospedale di Trapani, è stata trasferita al laboratorio di restauro della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Trapani, sito a palazzo Milo-Pappalardo.
La statua lignea policroma è opera di autore ignoto e risale al XVI secolo. Di proprietà dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, è stata dichiarata, nel 2018, con un Decreto legislativo, di particolare interesse sotto l’aspetto culturale storico-artistico.
Saranno i restauratori della Soprintendenza Tommaso Guastella e Bartolomeo Figuccio ad un intervento di restauro che permetterà di ripristinare i colori originari della statua.
Padre Benigno di Santa Caterina, nel suo manoscritto datato 1810, descrive che la statua
era collocata all’intemo della chiesa di Sant’Antonio Abate, oggi non più esistente, costruita nel XIV secolo, che aveva l’ingresso principale nella via Verdi ed era inglobata nel complesso del vecchio ospedale in piazza Lucatelli.
La statua, rappresenta il Santo eremita nella tradizionale iconografia che, identificandolo come padre del monachesimo, lo descrive come un frate anziano con barba bianca e vestito di una tonaca con cappuccio; con la sinistra regge il libro delle Sacre Scritture mentre con l’altra mano si appoggia sul bastone. Particolarmente raffinata risulta la lavorazione delle vesti del Santo a “Estofado de oro”, particolare e preziosa tecnica decorativa diffusasi in Sicilia nel XVI e XVII secolo, durante la dominazione spagnola.
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