Le modalità di affidamento della gestione dell’ambulatorio veterinario comunale di via Tunisi a Trapani – avvenuto oggi alla presenza del sindaco Tranchida, dell’assessore Romano e della dirigente comunale Quatrosi – non convincono l’animalista trapanese Enrico Rizzi, capo della Segreteria nazionale del Partito Animalista Europeo, che ha inviato una diffida al primo cittadino chiedendo la revoca immediata della relativa deliberazione – la 18/2020 – adottata dalla giunta comunale.
Rizzi afferma che “l’associazione Progetto Casa Code Felici, con sede legale ad Alpo Villafranca (Verona) non risulterebbe iscritta all’Albo delle associazioni animaliste della Regione Siciliana e, quindi, sarebbe priva dei requisiti previsti dalla legge regionale 15/2000 per la gestione di rifugi pubblici”.
La convenzione, prosegue l’animalista, sarebbe stata stipulata “nonostante quanto riferito dall’Asp di Trapani lo scorso 27 gennaio”, e, il 28 gennaio scorso, il Comune “ha ugualmente provveduto a stipulare la convenzione con l’associazione Progetto Casa Code Felici, tanto che nella mattinata odierna si è svolta la cerimonia di affidamento della struttura” a due volontarie animaliste trapanesi.
L’affidamento del servizio di accalappiamento e della gestione dell’ambulatorio veterinario all’associazione veneta è avvenuto, come si legge nella deliberazione di giunta, per garantire, nell’ambito del territorio comunale trapanese, le attività finalizzate alla tutela e al controllo della popolazione canina per prevenire il randagismo e fenomeni di maltrattamento degli animali.
A tale scopo, si legge sempre nel provvedimento della giunta comunale, lo scorso 1 ottobre, era stato pubblicato all’Albo pretorio l’avviso pubblico per l’affidamento del servizio che, però, era andato deserto. Il 7 ottobre, la dirigente del VII Settore aveva convocato nel suo ufficio i rappresentanti locali dell’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali e il signor Danilo Catania, ex presidente dell’associazione Guardie Ambientali Regione Sicilia, chiedendo la disponibilità ad avviare subito il servizio di accalappiamento degli animali, nell’attesa di ripubblicare l’avviso per l’affidamento. La dirigente riferisce di aver provato a contattare più volte anche altri due soggetti che si occupano delle stesse tematiche che, però, “non hanno risposto”.
Sia i rappresentanti dell’ENPA sia Danilo Catania, “in possesso dei requisiti – si legge nella deliberazione – hanno dichiarato di essere nell’indisponibilità di assumere il servizio”. In particolare dall’ENPA si chiedeva la pubblicazione di un avviso che prevedesse un affidamento contestuale del servizio di accalappiamento e della gestione dell’ambulatorio veterinario” di via Tunisi.
Dal Comune è stata anche chiesto all’Asp se, non disponendo l’ENPA di un mezzo per il trasporto di animali vivi, fosse possibile far utilizzare il mezzo comunale in possesso delle necessarie autorizzazioni e che questo fosse guidato da un dipendente comunale che non avrebbe avuto alcun contatto con gli animali; il “maneggio” dei cani sarebbe stato effettuato, sul mezzo e fino al recapito finale, solo ed esclusivamente da accalappiatori autorizzati dall’Asp; richiesta, si legge nella deliberazione, rimasta inevasa.
Nel documento si dà atto degli ulteriori tentativi degli uffici comunali di avviare il servizio: sono stati chiesti all’Asp di Trapani i nominativi dei partecipanti al corso di formazione per la qualifica di accalappiatore, elenco fornito senza recapiti per cui si è chiesto ai rispettivi Comuni di residenza di fornire i riscontri utili che,però, non sono mai pervenuti; si è chiesta anche, nelle more della pubblicazione di un nuovo avviso pubblico, la collaborazione al Comune di Erice per condividere il proprio accalappiatore ma, di fatto, questo è stato impegnato in un solo intervento.
Anche l’indagine conoscitiva per l’affidamento”, strutturato secondo i suggerimenti dell’ENPA e pubblicato il 22 ottobre, è andato deserto, così come l’avviso pubblico del 23 ottobre per il servizio di accalappiamento dei cani randagi sul territorio comunale.
La struttura di via Tunisi, peraltro, era stata posta sotto sequestro cautelativo il 20 febbraio 2019 ed è stata dissequestrata solo il 3 ottobre 2019. Nel periodo di chiusura è stata oggetto di atti vandalici da parte di ignoti e, quindi, per consentirne la riapertura, lo scorso 15 gennaio sono stati affidati lavori di manutenzione ordinaria.
Saranno adesso le due volontarie trapanesi che, si legge sempre nella delibera di affidamento della struttura, “hanno fortemente collaborato con questa amministrazione alla tutela del benessere animale e hanno supportato la stessa nella risoluzione delle numerose problematiche discendenti dalla carenza di impianti e di risorse umane comunali (un solo accalappiatore che, allo stato attuale, fruisce dei benefici della legge 151/2000). Le due animaliste, prosegue la delibera, hanno svolto l’attività prima quali iscritte all’associazione ‘Guardie Ambientali Regionali’e, successivamente, all’associazione ‘Progetto Casa Codine Felici’ senza alcun onere finanziario per il Comune”.
Lo scorso 18 novembre il legale rappresentante dell’associazione veneta ha comunicato all’amministrazione comunale di Trapani la disponibilità a prendere in carico la gestione dell’ambulatorio di via Tunisi indicando come addette le due volontarie trapanesi e certificando che sono socie volontarie di “Progetto Casa Codine Felici”. L’associazione ha anche trasmesso agli uffici comunali l’atto costitutivo e lo statuto e tutta la documentazione è stata trasmessa al Servizio veterinario dell’Asp di Trapani per le valutazioni di competenza riguardanti il possesso, da parte dell’associazione, dei requisiti per gestire l’ambulatorio oltre che per l’accalappiamento dei cani.
Il VII Settore comunale ha anche provveduto a redigere lo schema di contratto di affidamento della struttura e del servizio di accalappiamento e quello di comodato d’uso gratuito del mezzo, in dotazione alla Trapani Servizi, che sarà utilizzato per il trasporto degli animali recuperati sul territorio comunale.
Il servizio veterinario dell’Asp, si legge sempre nella deliberazione 18/2020 della giunta, con nota dello scorso 27 gennaio, ha ritenuto “un’iniziativa meritevole la stipula di convenzioni tra il Comune di Trapani e associazioni animaliste regolarmente iscritte all’Albo nazionale/regionale per la gestione dell’ambulatorio comunale per l’identificazione di cani con annessi box per breve degenza ai sensi della legge regionale Sicilia 1572000. Detto posto non dovrà mai essere considerato un rifugio per il ricovero dei cani bensì un ambulatorio per la prima identificazione degli stessi che, dopo la loro cattura, dovranno essere trasferiti, nel più breve tempo possibile, verso strutture autorizzate per il ricovero dei cani” come stabilito dalla normativa vigente”.
Tra le perplessità avanzate da Enrico Rizzi, inoltre, c’è anche quella che “la rappresentante legale dell’associazione ‘Progetto Casa Codine Felici’ con nota del 14 novembre 2019 e indirizzata al VII Settore del Comune di Trapani ha chiesto l’utilizzo di farmaci per gli animali ospiti, nonché di poter avere “libero accesso” al fine di poter organizzare delle “staffette” e che, presso l’abitazione di una delle due donne, lo scorso 6 dicembre, si è registrato – su segnalazione dello stesso Rizzi – l’intervento della Polizia Municipale di Trapani e del servizio veterinario dell’Asp per verificare le condizioni in cui vivevano 14 cani e diversi gatti, alcuni liberi nel terreno circostante la casa, altri nell’abitazione.
Sulla vicenda dell’affidamento si registra anche la dichiarazione della consigliera comunale Anna Garuccio: “In merito all’affido dell’ambulatorio comunale di via Tunisi – affema – manca il contratto, mancano documenti fondamentali di cui tale associazione non è in possesso. Ho passato mezzo pomeriggio negli uffici competenti del VII Settore in via Libica – prosegue la consigliera comunale – i quali mi confermano ad oggi l’assenza di un contratto, che non può in questo momento essere stipulato in quanto mancano alcuni documenti fondamentali, tra cui l’essenziale iscrizione all’Albo delle associazioni animaliste della Regione Siciliana, ai sensi della legge regionale 15/2000 e come la stessa delibera riporta”.
“Come ha potuto – prosegue Anna Garuccio – il sindaco di Trapani avere affidato e consegnato le chiavi della struttura alle due signore menzionate nella deliberazione di giunta? Da settimane le stesse donne entrano ed escono quotidianamente della struttura con il consenso di sindaco e Vigili Urbani, testimoni insieme ai verbali. Senza contratto, senza iscrizione all’Albo regionale, senza parere favorevole dell’Asp, non può esserci alcun contratto, dunque non può esistere alcuna gestione secondo legge. Accertato che non esiste contratto, nè convenzione, insieme all’assenza di tutti gli altri requisiti necessari, con quale titolo queste persone gestiscono la struttura, una struttura pubblica? Con quale criterio esse hanno creato un evento come quello odierno, adornato da locandine testimoni della “nuova apertura” in data odierna?
“Con quale autorità – prosegue la consigliera comunale – il sindaco di Trapani, incurante di tutto ciò appena menzionato, e della lettera dell’Asp, datata 27 gennaio 2020 in cui rende noto al Comune il parere negativo a causa della ‘documentazione poco chiara e incompleta’ in barba a tutto ciò e soprattutto alle normative vigenti, il giorno dopo, 28 gennaio 2020, affida la struttura ugualmente?”.
Secondo Anna Garuccio “tutto ciò è molto grave, privo di ogni trasparenza. Un’atteggiamento fuori dalle logiche del cambiamento tanto decantate dal sindaco di Trapani, soprattutto nel tentativo ormai ripetuto di esaltare se stesso a sfavore delle azioni dei politici rivali che ha incontrato nel corso del suo buon cammino”.