Lieto fine per la storia del piccione che aveva viaggiato insieme a un migrante partito dalla Libia insieme ad altri su un balcone e sbarcato tra 847 persone al porto di Trapani lo scorso 7 novembre dopo essere stato tratto in salvo nel Mediterraneo dall’equipaggio della Sea-Eye.
Il volatile era tenuto come animale da compagnia da un uomo che lo aveva portato con sé assicurandolo al polso con una catenella fissata alle zampe. All’atto dello sbarco al porto di Trapani, però, all’uomo non era stato consentito di tenere con sé il piccione durante il periodo di quarantena anti-covid da effettuare sull’apposita nave che si è poi diretta verso le coste del Siracusano.
La presenza dell’animale è stata segnalata dai funzionari della Questura presenti sul molo ai volontari della Sezione Oipa di Trapani che, recatisi sul posto, lo hanno recuperato e messo in sicurezza. Il piccione è stato anche visitato da un veterinario che ne ha accertato il buono stato di salute e ha confermato che gli era stata praticata una spuntatura delle penne delle ali. Per questo motivo non poteva essere messo in libertà perché non più in grado di volare e di procurarsi in maniera autonoma il cibo.
È così scattata la ricerca di una sistemazione idonea e, dopo qualche settimana trascorsa in una voliera dell’area demaniale forestale “San Matteo”, sulla montagna di Erice, i volontari dell’Oipa hanno trovato a Valverde, in provincia di Catania, una famiglia disposta ad accogliere il piccione “migrante”. Uguale fortuna non resta che augurare al suo padrone.
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