Accusa e minaccia infermiere su Facebook, indagata una donna trapanese

E’ indagata per atti persecutori, minacce e diffamazione aggravata, la figlia di un’anziana, poi deceduta all’ospedale “Sant’Antonio Abate”, che nelle scorse settimane ha avviato una campagna diffamatoria su Facebook e una caccia all’uomo tra i reparti del nosocomio trapanese nei confronti dell’infermiere Giovanni Cammarata. La gip Katia Brignone ha applicato nei confronti della 42enne Fortunata Di Bella la misura cautelare del divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dall’infermiere e di utilizzare qualsiasi mezzo per contattarlo.

La vicenda (che vi abbiamo raccontato qui dopo le opportune verifiche con l’Asp), nasce da un post, pubblicato sulla sua pagina Facebook, in cui la donna accusava l’infermiere di imperizia professionale, con tanto di nome, cognome e fotografia oltre all’immagine del braccio malridotto della madre, invitando tutti a stare attenti a quell’operatore sanitario. Un post sotto il quale, come purtroppo ormai accade di frequente, si sono scatenati commenti oltraggiosi e minacciosi nei confronti di Cammarata.

A seguito di quanto accaduto, l’Asp ha avviato un’indagine interna per individuare eventuali responsabilità dell’infermiere. Indagine che si è conclusa senza alcun addebito nei confronti di Cammarata e di tutti gli altri operatori sanitari del reparto di Pneumologia dove l’87enne era ricoverata. Anche il successivo decesso della paziente non è da addebitarsi in alcun modo, secondo l’Asp, alle procedure, tra cui l’applicazione di un catetere venoso centrale nel braccio sinistro e una trasfusione sanguigna, a cui l’anziana era stata sottoposta.

Nel frattempo, però, l’infermiere 51enne, con oltre 20 anni di servizio – tra cui l’esperienza nel reparto di Neonatologia in un ospedale milanese – provato dagli atteggiamenti persecutori, dalle minacce e dalle offese ricevute via Facebook e dalla consapevolezza che i familiari dell’anziana lo hanno cercato, per giorni, nei vari reparti dell’ospedale affermando, come riferito da alcuni testimoni, che “lo avrebbero ammazzato” e “tolto di mezzo”, è attualmente in astensione dal lavoro per malattia.

Dopo l’ultima incursione avvenuta nel reparto lo scorso 28 luglio, occasione in cui i sanitari sono stati costretti a chiamare la Polizia, Cammarata ha presentato denuncia e, valutate le circostanze, l’autorità giudiziaria ha emesso, a sua tutela, la misura cautelare nei confronti della persecutrice.