La pandemia da coronavirus secondo i dati di Bankitalia, del secondo semestre del 2020 sull’economia dell’Isola, ha messo in ginocchio il sistema produttivo siciliano, mostrando una una situazione disastrosa.
“È stata una bomba deflagrata nel sistema delle imprese siciliane – afferma Pino Pace, presidente Unioncamere Sicilia -che hanno dovuto combattere per anni contro la crisi economica, iniziata intorno al 2008 dalla quale ancora in pochi si erano rialzati”.
I dati forniti dall’aggiornamento di Bankitalia non fanno sconti e non possono che favorire a una serie di riflessioni sulla situazione drammatica che stiamo attraversando.
“Se non arriveranno in tempi brevi aiuti e ristori alle aziende – prosegue Pace – si rischia non soltanto il conflitto sociale ma anche l’esplosione di una piazza che finora in Sicilia ha tollerato con senso di responsabilità misure restrittive, talvolta, anche eccessive”.
“Tuttavia – continua – prima che imprenditori siamo cittadini, che hanno a cuore la tutela della salute pubblica, ma abbiamo il dovere di svolgere fino in fondo il compito che ci è stato dato, cioè quello di tutelare le imprese, che significa tutelare anche i lavoratori. Tante aziende – conclude Pace – hanno già chiuso i battenti, chiediamo segnali chiari sia al governo regionale che nazionale”.
Sulla questione si è pronunciato anche il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo che afferma: “Il governo regionale non ha fatto nulla per scongelare gli aiuti e dare ossigeno alle imprese con i fondi previsti nella finanziaria dello scorso aprile. A distanza di sette mesi le aziende aspettano ancora 125 milioni del Bonus Sicilia, una misura che avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità mancata che si è rivelata solo una delusione. Il turismo è in ginocchio e 45 milioni per l’attivazione del programma See Sicily, sono ancora fermi”.