“La pecora nera” di Maurizio Macaluso ammalia il pubblico della Vicaria [FOTO]

L’espressione “pecora nera” è comunemente utilizzata per indicare il componente di un gruppo o di una famiglia che esce fuori dagli schemi e non si conforma al comportamento degli altri e, per questo, viene considerato un elemento negativo.

Ma è davvero dannoso essere una persona “diversa” rispetto ai cliché che la società ci impone? La storia di Virginio La Porta, protagonista de “La pecora nera. Nulla è come sembra”, l’ultimo libro del giornalista e scrittore Maurizio Macaluso, pubblicato dalla casa editrice trapanese Margana Edizioni, può aiutarci a rispondere a questo interrogativo.

Durante l’incontro svoltosi ieri pomeriggio al Palazzo della Vicaria di Trapani e condotto dalla giornalista Ornella Fulco, la vita e le fragilità del protagonista del libro di Macaluso, hanno appassionato e catturato l’attenzione del pubblico presente.

Virginio La Porta è un timido e impacciato professore di matematica, figlio di un noto avvocato, considerato la pecora nera della famiglia, perché diverso rispetto al fratello apparentemente perfetto e sicuro di se. Virginio pur avendo superato i cinquant’anni vive ancora con la madre, malata di Alzheimer.

È insicuro, lo terrorizza parlare in pubblico e ha difficoltà a rapportarsi con gli altri ma la sua vita cambia quando decide di affrontare se stesso, le sue insicurezze, il non sentirsi all’altezza della sua famiglia, grazie alla terapia di gruppo.

“Ancora oggi – dice Macaluso – cercare un supporto per superare i nostri limiti e affrontare le nostre debolezze spesso è considerato quasi un motivo di vergogna. Può accadere che ci sentiamo diversi rispetto ai nostri fratelli o ai nostri amici, o di avere paura di non essere all’altezza delle aspettative dei nostri cari. Ma questi sono dei limiti e dei problemi che esistono solo nella nostra testa”.

Sentirsi diversi, essere la pecora nera del gruppo forse non è così negativo: questa è la conclusione alla quale arriva Virginio dopo una serie di avvenimenti, dopo aver trovato l’amore di Alessia – conosciuta grazie alla terapia di gruppo – e aver affrontato il dolore per la malattia della madre. La pecora nera è una persona non convenzionale, che non si omologa e che mantiene intatta la sua integrità. Non segue il gregge ma si distingue cambiando il suo tragitto e percorrendo la propria strada, anche se questa spesso è lunga e tortuosa.

“Essere una pecora nera – afferma il giornalista – dovrebbe essere l’aspirazione di ogni persona. Spesso, capita che l’amore per una persona cara come un genitore ci limiti, ci confonda e ci faccia perdere di vista il nostro io e per questo, proprio come Virginio, non è facile accertarsi e fare delle proprie insicurezze un punto di forza affinché diventino il proprio tratto distintivo”.

Come scrive Macaluso, prendendo in prestito le parole di Seneca, “bisogna fare attenzione a non seguire, come pecore, il gregge di chi ci precede, perché non si va dove si vuole andare, si va dove vanno tutti”.

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