Processo Scrigno, il perito del Tribunale: Paolo Ruggirello può restare carcere

Nuova udienza stamane, davanti al Tribunale di Trapani, del processo Scrigno nel quale sono tra gli imputati, tra gli altri, l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello e il consigliere comunale di Erice Alessandro Manuguerra.

Nel corso dell’udienza, svoltasi ancora a porte chiuse per le disposizioni anti coronavirus, sono stati ammessi i rimanenti enti pubblici e le associazioni che avevano chiesto di costituirsi parte civile. Il Tribunale ha accolto tutte le istanze ad eccezione di quella di Codici Italia perché già presente Codici Sicilia.

A seguire il pubblico ministero della DDA di Palermo – dove si svolge l’altro troncone del processo, quello riguardante gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato – ha illustrato gli elementi con i quali intende provare la colpevolezza: sono state prodotte 864 intercettazioni e 18 sentenze penali di condanna in ambito mafioso riguardanti il territorio della Sicilia occidentale.

Ancora assente l’ex deputato regionale Trapanese Paolo Ruggirello, la cui posizione era stata stralciata nel corso dell’udienza precedente per l’impedimento derivante dal suo ricovero in ospedale perché contagiato dal coronavirus. Stavolta l’ex politico, che si trova ancora recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, non era presente per diversi ma transitori problemi di salute.

A tal proposito il Tribunale, nel rinviare l’udienza al prossimo 4 giugno, ha disposto per lui la visita fiscale da parte dell’Asp di Caserta che dovrà verificare le sue effettive condizioni di salute. Intanto il consulente nominato dal Tribunale per verificare se le condizioni di salute di Ruggirello siano compatibili con la detenzione in carcere ha depositato la sua perizia nella quale si attesta che condizioni psicofisiche dell’ex deputato regionale sono compatibili con il regime carcerario e, pertanto, è stata rigettata, ancora una volta, l’istanza di trasferimento ai domiciliari presentata dai suoi avvocati.

Anche per gli altri sei imputati – il settimo, Luigi Manuguerra è morto lo scorso 4 aprile – la prossima udienza è stata fissata per il 4 giugno per sentire i difensori sulle eccezioni avverso i mezzi di prova richiesti dall’accusa.

Tornando alle vicende di Paolo Ruggirello, già lo scorso 2 aprile il Tribunale di Trapani (collegio presieduto da Daniela Troja, giudici a latere Giancarlo Caruso e Oreste Fabio Marrocoli) aveva rigettato la richiesta di trasferimento ai domiciliari presentato dai legali di Ruggirello ma all’esito positivo del tampone gli avvocati Vito Galluffo e Carlo Taormina tornarono nuovamente a chiedere l’alleggerimento della misura cautelare che non è stato concesso.
La partita, però, non è ancora chiusi: si attende, infatti, la decisione dei giudici del Riesame di Palermo che dovranno esprimersi tenendo conto delle motivazioni depositate dalla Corte di Cassazione lo scorso 8 aprile in seguito a uno dei tanti ricorsi sulla misura cautelare preventiva, presentati dagli avvocati.

Il modo centrale è il reato contestato all:ex deputato regionale: per la Dda di Palermo e per i giudici del Tribunale di Trapani è di associazione di stampo mafioso ma, fin dal primo ricorso, il Riesame e la Cassazione riqualificano il reato in concorso esterno in associazione mafiosa. Valutazione che allontanerebbe – scrivono i giudici romani – “il ricorso in via esclusiva alla misura carceraria e che, in relazione al caso concreto, può essere soddisfatto da altre misure”, come il trasferimento ai domiciliari.