“Questo tempo ci sta stimolando a stare insieme come famiglie, con tutte le gioie e tutte le fatiche che questo comporta. È necessario approfittare di questa situazione per pensare bene al dopo. Ci aiutano le esperienze di solidarietà di giovani e adulti, di italiani e immigrati. Sono vere e proprie lezioni di vita, che accendono luci morali sul nostro cammino”.
Così, oggi, nell’omelia della messa domenicale celebrata nella cappella del Palazzo Vescovile e trasmessa in diretta su Facebook e su tv locali, il vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli.
Ancora una volta una celebrazione “senza popolo”, in ottemperanza alle attuali disposizioni per contenere il contagio del coronavirus ma che, con l’ausilio della tecnologia, può raggiungere i cuori di tutti i fedeli dentro e fuori i confini della Diocesi.
“Un giovane volontario del gruppo salesiano di Trapani – ha detto il vescovo – che sta facendo il servizio di portare pacchi di spesa e medicine a casa di persone bisognose, ha raccontato che è rimasto molto colpito da una signora, malata e sola, la quale, nel ricevere i doni, ha confessato di pensare non tanto alla sua condizione quanto a quella di una famiglia di sua conoscenza priva di ogni risorsa, famiglia che deve provvedere a tre figli. Ciò che lei riceve lo fa arrivare a loro. Il giovane, fortemente toccato da questa esperienza, ha sollecitato amici e conoscenti, anche con whatsapp audio, di non passare oltre il ‘carrello della solidarietà’ nei supermercati. Tutti possiamo rinunciare a qualcosa, forse per noi superfluo, ma per altri indispensabile”.
“Bisogna insistere – ha proseguito monsignor Fragnelli citando un sacerdote palermitano – sull’idea che il povero non deve morire povero. Basterebbe, ad esempio, inventarsi l’adozione delle famiglie povere da parte di due, tre famiglie, assicurando il cibo ma anche tutto ciò che serve, per vincere”.
“Voglio anche ricordare un parroco del passato, di cui si è parlato molto in questa settimana: don Giuseppe Cognata, che ha fondato e diretto a Trapani la realtà salesiana di Maria Ausiliatrice negli anni del primo dopoguerra, dal 1919 al 1925. Divenuto vescovo della poverissima diocesi di Bova in Calabria, a chi gli chiedeva quale regalo si potesse fare a un novello vescovo, rispondeva: Se si vuol fare un regalo gradito, anzi il regalo più gradito al vescovo salesiano, si istituiscano oratori festivi in ogni parrocchia, si cooperi a svilupparli con sussidi finanziari e morali, al bene della gioventù. Ma non basta che ci sia la scuola, occorrono i maestri”.
“Giovani volontari che vanno a casa dei bisognosi, famiglie che adottano i poveri affinché non rimangano per sempre poveri, maestri che si fanno maestri a tempo pieno scommettendo sull’educazione delle nuove generazioni: ecco – ha concluso il vescovo di Trapani – una piccola rassegna della conversione possibile a chi incontra Gesù sul proprio cammino”.
Dalla Diocesi è stato reso noto che la messa della domenica celebrata dal vescovo sarà trasmessa su Facebook e in tv fino al 3 maggio.