L’economia si salva soprattutto con l’onestà. E’ guerra, ma i disonesti non vanno in trincea [EDITORIALE]

Il gatto si morde la coda. Divertente vedere il peloso di casa cimentarsi in questo ingenuo ed inutile passatempo. Quando non è il gatto però, a girare e rigirare su se stesso senza mai venirne a capo, il gioco si fa meno divertente. Applicando questi vortici ai mercati ed all’economia, il gioco si trasforma in vera e propria tragedia.

Siamo in guerra, e siamo tutti in trincea. Chi con corazza ed elmetto, chi invece armato solo di santa pazienza, tutti noi stiamo cercando di uscire vivi da questo conflitto mondiale contro un nemico invisibile.
Il nemico è tanto potente quanto impalpabile, subdolo, crudele. Ci sta amareggiando per le tante vittime che sta procurando. Ci sta preoccupando per come sta sconvolgendo le nostre abitudini. Ci sta mortificando per lo stato di necessità che adesso si espande come una nuova malattia.

Sono davvero tanti i “nuovi poveri” colpiti dagli effetti dello stato d’emergenza covid-19, nel tentativo di rimanere indenni dal contagio.
Le attività produttive si sono fermate, chi lavorava alla giornata ora non lavora più e sta conoscendo un nuovo status al quale certamente non era preparato.
Paradossalmente, chi non aveva un lavoro o chi non ha mai lavorato, vivendo di sussidi, è molto più esperto e soffre di meno perchè sa già come barcamenarsi tra quegli enti e sportelli assistenziali che finora gli hanno consentito la sopravvivenza.
Adesso, quegli onesti che, con sacrifici e forza di volontà, pagando tasse e contributi, sono stati costretti a stringere la cinghia, dopo più di venti giorni di emergenza, dopo aver chiuso l’attività, non sanno più che fare ed a chi rivolgersi per portare a casa un tozzo di pane.
Sono proprio loro che adesso si sentono letteralmente abbandonati a se stessi.

Il vecchio detto “l’occasione fa l’uomo ladro” mai fu più calzante come nelle circostanze che attualmente stiamo vivendo. Se da un lato registriamo tanti forti segni di solidarietà sociale da parte di chi può verso chi NON può, dall’altro lato ci rendiamo conto che, chi a fatica ha perseguito l’onestà, adesso è quasi irresistibilmente invogliato prendere un’altra strada.
Non stiamo parlando di andare a rubare, ma di accondiscendere a situazioni alle quali prima non facevamo caso o che addirittura preferivamo ignorare, ma che adesso iniziano a coinvolgerci perchè ci sembrano la soluzione più facile.
La cosa più brutta però, è che chi sceglie il “lato oscuro” è doppiamente colpevole. Perché non solo ha scelto di non contribuire al benessere comune, ma ha di fatto preferito di approfittare delle fragilità altrui per crearsi un tornaconto ingiustificato ed ingiustificabile.

Ed allora, cosa possono fare gli onesti per fronteggiare anche questa emergenza speculativa che stiamo giorno dopo giorno riscontrando in quasi tutti i settori che ancora continuano a produrre?
La prima cosa è cercare di continuare a comportarsi onestamente, evitando di fare del torto altrui la propria ragione.
E’ giusto sapere allora che qualsiasi intervento delle autorità competenti deve essere supportato oltre che dalla denuncia del singolo cittadino, anche da riscontri oggettivi che si basano sul monitoraggio dei prezzi attuali e quelli praticati nei mesi passati.
Se tre mesi fa, il commerciante comprava all’ingrosso un prodotto X ad un costo Y e lo rivendeva ad un prezzo Z ed oggi lo stesso prodotto lo acquista all’ingrosso allo stesso prezzo e lo rivende a Z+50%, per gli inquirenti l’unico modo per stabilire la speculazione è il confronto delle fatture d’acquisto e delle ricevute di vendita. Ogni guadagno deve essere giustificato e giustificabile, altrimenti è illecito.
Da qui si capisce quanto sia importante chiedere lo scontrino ad ogni acquisto al minuto.

Quando la richiesta aumenta, spesso i prezzi salgono, e l’unica maniera per tenerli bassi è tenerli sotto controllo. Se un commerciante non riesce a giustificare l’aumento degli incassi quotidiani a fronte di regolari forniture a prezzi “normali” di mercato, va incontro a pesanti sanzioni. Per questo è importante, ad ogni spesa, anche se recapitata a domicilio, pretendere lo scontrino. In più, c’è da considerare anche le merci, sia che viaggino su un Tir, sia che vengano recapitate da un rider o dal garzone della spesa, devono essere sempre accompagnate da un documento di viaggio. E questo documento deve riportare fedelmente la descrizione ed il prezzo della merce acquistata.
Lo scontrino rilasciato dal commerciante al cliente sarà poi l’unico documento che potrà dimostrare una spesa effettiva per chiedere un eventuale rimborso agli enti assistenziali, e proprio per questo maggiore sarà la somma certificata, maggiore potrebbe essere in contributo.

In questa situazione d’emergenza, se c’è un qualsiasi esborso di denaro, in ogni acquisto ed in ogni vendita, non c’è nessuno che vi sta facendo un favore, od un regalo. Io compro e pago, tu vendi ed incassi. Nessun altro debito morale da parte del cliente, nessuna pretesa aggiuntiva da parte del venditore. Solo rispettando questi criteri si possono evitare quelle crepe pericolose attraverso le quali s’insinua il malaffare.

Per venire incontro alle nuove povertà, alle inaspettate ed imprevedibili necessità causate dall’emergenza Covid-19, lo Stato, la Regione ed i vari Comuni stanzieranno cifre enormi che se equamente suddivise tra i cittadini che dimostrano di averne bisogno, forse risolveranno i loro problemi di sussistenza.
Se però pensiamo che questi milioni di euro possano essere in parte dirottati nelle avide ed astute casse dalla criminalità organizzata, o possano alimentare piccole o grandi speculazioni, questi soldi non basteranno né a rimettere in moto l’economia italiana, né ad evitare a gran parte della popolazione di fare letteralmente la fame.

Più aumenta la richiesta, più aumentano anche le forniture o le produzioni illecite.
Mai come in questi giorni, si sta sviluppando un vero e proprio mercato nero all’ingrosso di materiali di prima necessità, che vanno dalle mascherine ai guanti di gomma, dai rotoloni di carta ai detergenti, dall’amuchina alla candeggina o qualsiasi altro tipo di disinfettante.
Chi produce illecitamente, non rilascia fattura al rivenditore. E’ merce fantasma che poi viene rivenduta a prezzi più che gonfiati che non possono per questo motivo, essere tracciati da un normale scontrino rilasciato all’acquirente ultimo.

E’ proprio qui dunque, che il gatto si morde la coda. Per risparmiare qualche euro, visto che soldi in giro non ce ne sono quasi più, diventiamo permeabili ad offerte non sempre lecite: “con fattura-scontrino le costa 100, senza gliela passo a 70!”, oppure “la vuole di marca e sigillata oppure gliene dò due di queste sfuse allo stesso prezzo?”, oppure ancora “signora le ho fatto uno scontrino pro forma, se casomai fermano il picciotto con la spesa, e non c’è bisogno che gli dia la mancia, è tutto pagato!”… e poi ci lamentiamo che i prezzi aumentano solo perchè i controlli su un malaffare così spalmato nel tessuto sociale, sono praticamente impossibili.

Oggi è il 2 aprile. E’ una data importante per la città di Trapani. Trentacinque anni fa, alle 8.35 del mattino, a Pizzolungo esplose un’auto bomba che dilaniò i corpi di due gemellini, Giuseppe e Salvatore Asta e quello della loro mamma Barbara Rizzo. Fa male pensare che quella strage di mafia, oggi non venga ricordata come lo si è fatto negli anni passati.
Fa altrettanto male, constatare che il “virus” sociale della mafia, in questi trentacinque anni non sia stato ancora debellato. Come tutti i virus ha cambiato forma, forse oggi non uccide più come una volta, ma contribuisce a farci stare male tutti. L’unico anticorpo che siamo stati in grado di produrre, infatti è l’indifferenza che consente a questo male sociale d’insinuarsi in ogni crepa, in ogni fessura e di minare in maniera subdola il benessere comune.

Questa emergenza sociale, questo isolamento forzato tra le cose positive che sta producendo, ne vede alcune molto importanti.
Ci sta facendo davvero capire quali siano le cose di cui abbiamo davvero bisogno e quali invece, quelle a cui possiamo benissimo rinunciare.
Quali siano le cose giuste per noi e condivise da tutti e quali invece quelle sbagliate che, anche se ci tornavano utili, di fatto non ci integravano col resto del mondo e ci isolavano nel nostro egoismo.
Abbiamo, nel chiuso delle nostre quattro mura domestiche, imparato ad anteporre il benessere comune al nostro interesse privato. Abbiamo imparato ad aver bisogno degli altri perchè solo insieme, ogni problema sarà superato.
Abbiamo imparato che se riusciamo a darci regole giuste e condivise, la nostra libertà aumenta solo rispettandole.
Abbiamo scoperto che “buon senso” e “buona volontà” non sono concetti astratti, perchè ci conducono verso un unico traguardo: l’onestà che è alla base della pacifica convivenza tra gli individui, di qualsiasi estrazione sociale essi siano, qualsiasi religione o credo politico  professino.

Riempiamo quindi, con la nostra onestà tutte quelle fessure, tutte quelle crepe che ancora restano aperte nel muro che deve proteggere ogni singolo cittadino, ogni donna, ogni uomo, ogni anziano, ogni bambino dalle insidie della vita.
Diamo con l’onestà un significato alla nostra esistenza.
Facciamolo per noi.
Facciamolo per tutti.