Coronavirus, molti locali della movida trapanese chiudono: ecco cosa è emerso nella riunione

La movida si ferma. Questa è l’indicazione che nasce dopo la riunione tra la i commercianti e l’Amministrazione comunale di Trapani. Una riunione, in realtà, surreale. Infatti, per ottemperare al decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la riunione si è svolta in piazza Municipio e non nella sala Sodano, come era prevista. Tutti distanziati un metro, i titolari di bar, pub, ristoranti e altro, hanno snocciolato i dubbi. Moltissimi, per evitare assembramenti davanti i loro locali, hanno deciso di abbassare la serranda. Di contro, molti ristoranti (che avrebbero tutte le carte in regola per rimanere aperti) chiudono perché i clienti sono pochissimi. Insomma, una situazione drammatica.

“Gli operatori – dice Giacomo Tranchida – chiedono a gran voce al Governo nazionale, e noi amministratori comunali ci uniamo, che preveda una compensazione, non per gli utili mancati ma per i danni che già hanno colpito nel settore turistico, del commercio e dei servizi. Assieme all’ANCI insisteremo affinché il Governo se ne faccia carico”.

Molti chiudono e Trapani potrebbe fermarsi. “Devo ringraziare chi, per evitare gli assembramenti e tutelare la salute dei cittadini, decide di chiudere per evitare casi di contagio” continua il sindaco di Trapani. Diventa anche un fattore economico visto che i gestori di locali pubblici rischiano multe e il ritiro della licenza. “Ci sono molti operatori come ristoratori e baristi che non sono obbligati alla chiusura ma al rispetto delle nuove leggi, nessuno vuol fare male ai commercianti ma bisogna capire che le forze dell’ordine non possono essere accusate di omissioni d’atto d’ufficio”.

Nel weekend le strade erano piene e l’ufficio legale regionale dell’associazione di consumatori Codici nonché presidente dell’Osservatorio per la Legalità Vincenzo Maltese ha inviato una nota al Prefetto, al Questore e al Sindaco di Trapani, per chiedere i dovuti controlli.

“Purtroppo sono giunte a questa associazione, diverse segnalazioni di cittadini i quali riscontravano che, diversi locali in particolare del centro storico di Trapani e non solo, erano regolarmente aperti, con assembramenti di giovani e avventori che verosimilmente non rispettavano la distanza di almeno un metro. Ancora una volta bisogna ribadire che le misure di contenimento del virus COVID-19, vista la carenza di posti letto nei nosocomi, sono obbligatorie per motivi di sicurezza nazionale e di tutela della salute pubblica e prevedono sanzioni in caso di violazione”.

“Siamo arrivati alla conclusione che l’unica soluzione logica probabilmente è chiudere” così afferma Marina Biondo, presidente dell’associazione “Trapani centro” che rappresenta i commercianti del centro storico.

“Nel weekend – continua Biondo – per quanto riguarda la categoria pub non c’è stato un calo bensì un incremento di lavoro: questo fine settimana è arrivato un grandissimo numero di persone probabilmente dal nord che ha letteralmente prese d’assalto i pub”.

Una situazione fuori dal normale. “Dovendo rispettare la legge e quindi mantenere la distanza di sicurezza, non riusciamo a soddisfare la mole di lavoro e rischiamo anche noi perché non siamo preparati a questa situazione”. Da questa riflessione, quindi, nasce l’idea degli imprenditori di chiudere i locali della movida del centro storico.

Ma la crisi colpisce forte, la paura è tanta e la ristorazione è in ginocchio. “Ci sono categorie commerciali, come per esempio quella della ristorazione, che invece sta vivendo un momento di calo drastico delle presenze.  Come associazione nei prossimi giorni stileremo un documento ufficiale. Aspetteremo la fine di questo periodo che per alcuni sarà di chiusura, per altri di contenimento seguendo le norme. Speriamo che non ci sia un prolungamento del periodo d’emergenza, valuteremo di chiedere un risarcimento per quanto riguarda le spese del suolo pubblico o le tasse ma quello dipende sempre da provvedimenti regionali o statali, non comunali”.