Mentre le Autorità e i sanitari di tutti i Paesi lottano per frenare l’avanzata del coronavirus, un team di ricercatori cinesi afferma che un nuovo studio mostra che il COVID-19 sta mutando, con almeno due tipi di virus che circolano oggi nel mondo.
La varietà più aggressiva è quella che ha infettato circa il 70% delle persone testate, mentre la varietà meno aggressiva è legata al resto dei casi. I ricercatori hanno chiamato la varietà aggressiva “tipo L” e il tipo meno aggressivo “tipo S”. Il primo tipo è stato riscontrato più spesso nei pazienti di Wuhan, in Cina, dove il virus è emerso per la prima volta alla fine di dicembre mentre il tipo S è quello attualmente diffuso in altri Paesi. Il tipo L è diminuito costantemente da gennaio.
“Questi risultati supportano fortemente la necessità urgente di ulteriori studi immediati e completi che combinano dati genomici, dati epidemiologici e record grafici dei sintomi clinici dei pazienti con malattia di coronavirus 2019 (COVID-19)”, hanno scritto i ricercatori nel documento pubblicato nel National Science Review, il giornale dell’Accademia cinese delle Scienze.
Secondo questo studio l’intervento umano potrebbe aver esercitato una pressione selettiva maggiore sul tipo L del virus, quello più pericoloso lasciando maggior campo a quello meno pericoloso.
Gli scienziati hanno avvertito che la base di dati dello studio è piccola e che sono necessarie analisi di follow-up di una serie più ampia di dati per comprendere meglio l’evoluzione e l’epidemiologia della SARS-CoV-2. Vi è una urgente necessità di studi immediati e completi che combinino dati genomici, registri delle carte e informazioni epidemiologiche sui sintomi clinici dei pazienti infettati dal coronavirus che si è diffuso in oltre 60 Paesi.