Delirio alla Nutella

In questi giorni, nel delirio più totale tra l’aumento del pane e la TARI che a Trapani è tra le più alte d’Italia, ci si danna per non riuscire a trovare sugli scaffali dei nostri supermercati i nuovi biscotti della Nutella. E sì, la caccia si è scatenata ovunque. Molti consumatori, tra i più fortunati, hanno persino messo all’asta il proprio “tesoro” faticosamente conquistato.
Addirittura su Amazon c’è chi vende per 40 euro (al chilo) i biscotti e chi li acquista recensisce il prodotto lamentando i danni della spedizione.

Le polemiche sulla Nutella sono molte: anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha “attaccato” la Ferrero. Durante un suo intervento pubblico ha dichiarato, rispondendo alla platea, che non mangia “pane e Nutella” perché le nocciole sono turche e preferisce i prodotti italiani.

Ma cosa si nasconde dietro questo fenomeno? Perché di questo si parla di una “moda”: si va alla ricerca del pacchetto per scattare una foto del bottino e magari postarla sui social. In fin dei conti sono dei semplici biscotti con un po’ di Nutella, vale la pena di inseguire questa moda?

Lo scorso settembre l’emittente britannica BBC, tra le notizie provenienti dalla Turchia, ha puntato i riflettori proprio sul colosso Ferrero. Secondo l’inchiesta “circa i tre quarti delle nocciole mondiali arrivano proprio dalla Turchia e la Ferrero è uno dei più grandi acquirenti”. È vero, la nota impresa non potrebbe soddisfare il proprio fabbisogno per la produzione della famosa crema spalmabile che distribuisce nel mondo utilizzando solo le nocciole prodotte in Italia.
Quello che più dovrebbe indignarci, compreso il leader della Lega, è quanto emerge dall’inchiesta della BBC: la manodopera utilizzata. A lavorare nei campi per la raccolta sono i migranti e i bambini che lavorano per molte ore – secondo l’emittente inglese – e con un salario che ammonta a 15 euro al giorno.

La multinazionale italiana si è difesa affermando di acquistare da brokers come Osman Cakmak che compra da commercianti e vende a Ferrero e ad altri esportatori e produttori. Il grossista si difende affermando che “non chiede quali singoli agricoltori hanno coltivato le noci o le nocciole che sta vendendo”. “Compro e vendo, in quel momento, è impossibile monitorare tonnellate di nocciole”, afferma il broker.
Nell’inchiesta si legge che Ferrero ha i nomi degli intermediari da cui acquista e può fornire un elenco “a parte il segreto commerciale” ma aggiunge: “Non posso garantire i nomi completi degli agricoltori”.

Quindi è probabile che bambini e migranti possano essere sfruttati in questa pratica. Non si può davvero controllare il mercato? Bisognerebbe riflettere sull’ultima battuta rilasciata da una famiglia di raccoglitori curdi quando viene chiesto se mangiano cioccolato con nocciole.
“Personalmente non mi piace”, risponde ridendo la madre. “La sofferenza e la miseria che ho con questo prodotto, non voglio vederlo.”