Caso Nicosia, indagata la deputata di cui è stato assistente parlamentare

Nuovi sviluppi nella vicenda che ha portato in carcere Antonello Nicosia, ex assistente parlamentare della deputata Giuseppina Occhionero, con l’accusa di associazione mafiosa.

La parlamentare era stata sentita nelle scorse settimane, dai magistrati della Procura di Palermo, sui suoi rapporti di lavoro con Nicosia ma adesso – come riporta il quotidiano Repubblica.it – è indagata per falso in concorso. Avrebbe fatto passare Nicosia per suo assistente, consentendogli così l’accesso nelle carceri, quando il loro rapporto di collaborazione non era stato ancora formalizzato.
Alla deputata ex LeU e passata nel frattempo a Italia Viva, è stato notificato un avviso di garanzia.

Le indagini condotte dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dai pm Gery Ferrara e Francesca Dessì, avevano portato al fermo di Nicosia e del boss di Sciacca Accursio Dimino lo scorso 4 novembre. Per i due era stata successivamente disposta la custodia cautelare in carcere.

Secondo gli inquirenti, approfittando del suo ruolo, Nicosia era riuscito ad incontrare detenuti per mafia in occasione di ispezioni anche alla Casa Circondariale di Trapani. Il 22 dicembre 2018 aveva fatto ingresso al carcere dove aveva incontrato, avendo cura di non essere notato, l’uomo d’onore Simone Mangiaracina a cui aveva chiesto informazioni sulle condizioni e sulle intenzioni di un altro detenuto, Domenico Maniscalco, apprendendo però, in quella sede, che l’uomo era stato appena scarcerato a seguito dell’ordinanza emessa dal Riesame di Palermo.

Sempre nel carcere trapanese aveva incontrate Santo Sacco, ex consigliere provinciale, ex consigliere comunale di Castelvetrano e sindacalista della Uil, definitivamente condannato (anche) per associazione mafiosa come componente della clan di Castelvetrano per conto del quale aveva intrattenuto un rapporto epistolare con il boss latitante Matteo Messina Denaro.
Sacco, infatti, è stato condannato dopo un lungo processo che ha dimostrato le sue connivenze con politici, amministratori, personaggi influenti messe a disposizione di Cosa nostra e finalizzate a “consentire a uno dei suoi capi riconosciuti, Matteo Messina Denaro, di acquisire la gestione ed il controllo di numerose iniziative imprenditoriali finalizzate allo sviluppo e alla realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (in particolare eolica e fotovoltaica) sia in provincia di Trapani che in altre zone della Sicilia”.

Nicosia e la deputata Occhionero si erano conosciuti tramite i Radicali. Dopo aver avuto solo contatti telefonici, Occhionero era arrivata a Palermo nel dicembre dello scorso anno e lo aveva incontrato per poi recarsi insieme a effettuare un’ispezione alla Casa Circondariale “Pagliarelli”. All’ingresso aveva dichiarato che Nicosia era un suo collaboratore, circostanza che i pm – anche attraverso indagini alla Camera dei Deputati – hanno accertato essere falsa.

Anche a Nicosia è stato contestato il falso in concorso aggravato dall’avere favorito Cosa nostra. A Occhionero è stato anche notificato un invito a comparire per la prossima settimana.