Canile di via Tunisi, Anna Garuccio attacca l’amministrazione comunale

Anna Garuccio non ci sta e attacca nuovamente l’assessore Ninni Romano sulla situazione del canile di via Tunisi. Come si ricorderà, la scorsa settimana, aveva provato senza successo ad accedere per una ispezione nella struttura ma questa possibilità le era stata negata con una serie di rimpalli di competenze e responsabilità tra diversi organi comunali.

Con una dura nota, adesso, la consigliera lamenta il ritardo dell’assessore nel fornire risposte sulla vicenda e anche sulla sorte di alcuni cani che erano stati ospitati nella struttura dopo essere stati prelevati nella frazione di Salinagrande.

“Apprendo le dichiarazioni rilasciate dall’assessore Romano – afferma, in una nota stampa la consigliera – riguardo le tristi vicende dell’ex canile-ambulatorio veterinario di via Tunisi avvenute la scorsa settimana nelle giornate del 19, 21 e 22 novembre. Comprendo che in un Paese democratico, ognuno abbia il diritto di replica, e non sarò certo io, che sempre continuo a difendere la democrazia, ad impedirlo. Tuttavia, si sa, le notizie infondate sono sempre esistite nel tempo ma non hanno mai avuto la stessa velocità di quelle vere. E così, una presunta smentita alle loro stesse affermazioni, e dal contenuto completamente diverso rispetto quanto asserito la scorsa settimana, giunge ieri, a quasi una settimana dall’accaduto”.

La settimana scorsa sono state vibranti le polemiche tra l’Amministrazione comunale, la consigliera e il presidente del NOITA Enrico Rizzi.

“Ma purtroppo per lui – insiste Garuccio riferendosi all’assessore Romano -, o per loro, la verità non nega se stessa, e in quanto tale mai può essere contraddetta. Tra i capisaldi di ogni sistema democratico risiedono: libertà e credibilità dell’informazione data che rappresentano, a loro volta, l’imperativo categorico di ogni politico il cui primo dovere morale rimane, sempre e comunque, nei confronti della verità”.

“La settimana scorsa – ricorda – mi è stato impedito di svolgere un mio diritto/dovere di consigliere comunale. In ossequio alle disposizioni dell’articolo 43 del TUEL, il consigliere comunale ha diritto di accesso illimitato e non negabile a qualsiasi documento che riguardi li ente, a maggior ragione se formato dagli uffici comunali stessi. Il mio sopralluogo aveva funzione ispettiva finalizzata all’indirizzo da dare amministrazione riguardo la struttura”.

“Il divieto impostomi – commenta la consigliera comunale – ripetuto per due giorni e certificato nei verbali della Polizia Municipale, non aveva il contenuto soave di una protezione nei miei confronti o nei confronti di indagini in corso bensì il ‘brutale’ divieto espresso nelle frasi non è autorizzata ad entrare”.

Secondo Anna Garuccio se un divieto di accesso vi era, per le indagini, doveva – tra le altre cose – valere per tutti, quindi anche per gli operatori esterni che si prendevano cura dei cani che vi erano ospitati e di cui poi, quando Polizia Municipale e Servizio Veterinario dell’Asp hanno effettuato l’ispezione, non c’era più traccia. Cani che la stessa consigliera, un paio di giorni prima, aveva visto in precarie condizioni igieniche nella gabbia dove erano custoditi.

“Certa che la magistratura farà il suo corso e farà luce sull’accaduto, ritengo che, nel frattempo, un dibattito serio sul canile – conclude – non può essere più rimandato”.