In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebrerà domani, la Polizia di Stato ha scelto di stare vicina alle donne con la campagna “QUESTO NON È AMORE” che prevede, in tutte le province italiane, la presenza di camper, pullman, gazebo ed altri punti d’incontro volti a rompere l’isolamento e il dolore delle vittime di violenza di genere.
Un’occasione per offrire il supporto di operatori specializzati, in prevalenza donne, tra poliziotte, medici, psicologi e rappresentanti dei Centri anti violenza.
Un’idea, quella del progetto CAMPER contro la violenza di genere, che sinora ha consentito di contattare migliaia di persone, in maggioranza donne, diffondendo informazioni sugli strumenti di tutela e di intervento in caso di violenza e di stalking che, diversamente, sarebbero potute rimanere ingabbiate nel dolore delle mura domestiche.
Anche la Questura di Trapani ha inteso organizzare diverse iniziative in provincia: ieri pomeriggio, a Marsala, in piazza della Repubblica, è stato predisposto un presidio mobile costituito da un camper della Polizia di Stato, che ha accolto tutti coloro i quali volevano acquisire informazioni sul tema della violenza di genere. La cittadinanza ha avuto, in particolare, la possibilità di confrontarsi con un’equipe di operatori specializzati, formata da personale della Polizia di Stato, in prima linea nella prevenzione e nel contrasto di tale fenomenologia criminale.
Analoga iniziativa si è svolta stamane nel centro storico di Trapani, in piazzetta Saturno, e si svolgerà nel pomeriggio di domani a Castelvetrano, nell’area esterna del Centro commerciale “Belicittà”, in via caduti di Nassirya, attività confiscata alla criminalità organizzata e gestita dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati.
Durante gli eventi viene distribuito un vademecum informativo, utile a fare il punto sul fenomeno, con i dati in possesso delle Forze di polizia, sull’attività di repressione dei reati di maltrattamenti, stalking, violenza sessuale ed omicidio, nonché sull’attività di prevenzione promossa dalla Polizia di Stato per contribuire, attraverso gli strumenti di informazione, dell’educazione e dell’ascolto, ad un cambiamento culturale su di un tema che rappresenta un indice fondamentale di civiltà di una società.
La flessione negli ultimi anni dei delitti tipici (dai femminicidi, alle violenze sessuali, dai maltrattamenti in famiglia agli atti persecutori) non ferma l’impegno di prevenzione: non solo perché il numero assoluto delle vittime continua ad essere inaccettabile, ma perché l’esperienza della Polizia e delle associazioni, da tanti anni impegnate su questi temi, mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia.
Un quotidiano fatto di attenzioni morbose, di comportamenti aggressivi e intimidatori che vengono letti come espressione di un amore appassionato e di una gelosia innocua, anche da madri, sorelle e amiche ma che è, spesso, il triste copione di un crescendo di violenza che si alimenta con l’isolamento.
Oltre alla tutela offerta dalla legge, che va dagli strumenti dell’ammonimento al divieto di avvicinamento fino ai domiciliari e al carcere per i casi più gravi, la battaglia più importante si gioca sul campo della prevenzione in cui la Polizia di Stato è impegnata, non solo nel contribuire attraverso l’informazione al superamento di una mentalità di sopraffazione, ma a fare da sentinella per intercettare prima possibile comportamenti violenti e intimidatori.
In questa prospettiva si muove l’adozione del protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le Questure d’Italia. Procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle Sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare. Tutto questo attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza ripetute.