Riapre reparto alla Casa Circondariale di Trapani, la protesta dei sindacati della Polizia Penitenziaria

Un sit-in davanti alla Casa Circondariale
“Pietro Cerulli” di Trapani per protestare contro la riapertura del reparto “Tirreno”. Questa la forma scelta dai sindacati della Polizia Penitenziaria SAPPE, O.S.A.P.P. UILPA Polizia Penitenziaria, U.S.P.P., FNS/CISL e CGIL FP contrari alla decisione a fronte delle carenze nell’organico dei poliziotti in servizio al carcere trapanese.

La manifestazione è stata programmata per lunedì prossimo 18 novembre, dalle ore 9 alle ore 14, per manifestare – si legge nella nota unitaria – “sentita rabbia e sconforto all’opinione pubblica poiché è inaccettabile non
solo che il personale di Polizia Penitenziaria debba continuare a soffrire per garantire l’ordine e sicurezza all’interno degli
Istituti di pena siciliani, ma anche che manchino le condizioni per assicurare un’offerta trattamentale aderente ai dettami normativi per i condannati, con i naturali riflessi negativi sulla collettività”.

Nel documento, indirizzato alla provveditrice regionale per l’Amministrazione Penitenziaria della Sicilia Calandrino si sottolinea la necessità di rimpinguare l’organico e si chiede di “ntercedere a livello nazionale per chiarire se le unità inviate a settembre rispondevano alle proteste dei sindacati già dal mese di
maggio (e proseguite fino a luglio) o se tale invio sia, piuttosto, la diabolica replica all’intenzione di aumentare la ricettività della capienza detentiva, senza poi dover calcolare le peculiari necessità di un indispensabile incremento dell’organico di Polizia Penitenziaria”.

I sindacati sottolineano che la riapertura del reparto porterà il “Pietro Cerulli” ad una capienza di
oltre 600 detenuti, di cui 100 dell’alta sicurezza, a fronte di un organico di Polizia fissato in 300 unità e che “ad oggi conta esclusivamente 271 unità, di cui 43 impiegate presso il Nucleo traduzioni e piantonamenti provinciale, 76 impiegate nei posti fissi e 14 assenti per lunghe convalescenze. In pratica – dicono i sindacati – con le dovute sottrazioni, si può sostenere che nell’arco delle 24 ore rimangono in servizio appena 70 unità”.