Daniela Toscano: “Mozione di sfiducia farlocca e folkloristica”

“Ho avuto modo di leggere la “presunta” mozione di sfiducia presentata ieri al Comune ed in “pompa magna” alla stampa da parte di alcuni consiglieri comunali con tanto di fotografia celebrativa dell’evento. È chiaro che si tratta di una mozione di sfiducia “farlocca”, non suffragata dai presupposti stabiliti dall’ordinamento regionale che prevede precise modalità per la presentazione al Consiglio Comunale di una mozione di sfiducia al sindaco (art. 10 della L.R. 35/1997)”. Con queste parole la sindaca di Erice Daniela Toscano attacca duramente l’opposizione che ha presentato alla stampa e all’ufficio di presidenza un dossier inerente una mozione di sfiducia.

“Una mozione “folkloristica” – continua la prima cittadina di Erice -, dunque, che non produce alcun effetto giuridico in quanto non suffragata dalle necessarie sottoscrizioni da parte del quorum di consiglieri prescritto dalla norma, sul contenuto del quale mi riservo di entrare nel merito, se lo riterrò opportuno, in momenti successivi. Mi limito, tuttavia, a ribadire ancora una volta, laddove in maniera “codarda” si riporta il contenuto di articoli di stampa che riguardano la scrivente ed i propri familiari – invocando però nelle premesse il principio di non colpevolezza sancito dalla nostra Costituzione di cui i sottoscrittori si professano rispettosi (delle due … l’una!) – che la sottoscritta ha chiarito in maniera puntuale e dettagliata nel corso dell’interrogatorio sostenuto qualche giorno fa per la vicenda giudiziaria che la riguarda, la propria posizione in ordine alle contestazioni sollevatemi rispetto alle quali ribadisco la mia totale estraneità ai fatti, senza null’altro aggiungere per il rispetto dovuto alla magistratura nella quale ripongo totale fiducia”.

Un attacco duro verso quei consiglieri da parte di Daniela Toscano. Il presidente del Consiglio comunale Paolo Genco ci ha tenuto a spiegare l’iter di una mozione di sfiducia. Al momento, quella presentata dai 5 di minoranza non può “giuridicamente” neanche chiamarsi mozione di sfiducia.

L’ordinamento regionale che disciplina le modalità per la presentazione al Consiglio Comunale di una mozione di sfiducia al Sindaco, secondo quanto previsto dall’art. 10 della L.R. 35/1997 (modificato e integrato dall’art. 7 della L.R. 6/2011) prevede che “Il Sindaco e la rispettiva giunta cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dal sessanta per cento dei Consiglieri assegnati o, nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, dai due terzi dei consiglieri assegnati, con arrotondamento all’unità superiore”, “La mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco non può essere proposta prima del termine di ventiquattro mesi dall’inizio del mandato né negli ultimi centottanta giorni del mandato medesimo” e infine “La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri assegnati ed è posta in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione è approvata, si procede allo scioglimento del Consiglio ed alla nomina di un commissario ai sensi del comma 4 dell’articolo 11”.

In relazione a ciò, Paolo Genco commenta affermando che “Detta mozione di sfiducia, pertanto, seppur presentata da alcuni Consiglieri firmatari al protocollo del Comune, non può essere inserita all’ordine del giorno del Consiglio comunale, in quanto non è stato perfezionato l’iter previsto dalla surrichiamata normativa regionale per la sua presentazione, posto che per la fattispecie occorre la sottoscrizione da parte di sette consiglieri”.

Difficilmente Simona Mannina (indipendente), Alessandro Barracco (MoVimento 5 Stelle), Alessandro Manuguerra (Fratelli d’Italia), Giuseppe Vassallo (Fratelli d’Italia) e Francesca Miceli (indipendente) troveranno nuovi compagni di avventura. La maggioranza sembra infatti compatta e le loro speranze di vedere la mozione in aula è bassa.