“Prendiamo atto, c’è stato un referendum e il popolo si è espresso democraticamente sulla creazione del Comune di Misiliscemi”. Così Giacomo Tranchida commenta le parole dell’associazione Misiliscemi che fa sapere che l’iter burocratico è in dirittura d’arrivo. Dopo l’approvazione del disegno di legge dell’ARS, nascerà il nuovo Comune. “Sarà l’Assemblea regionale a decidere se nascerà o meno il Comune di Misiliscemi” continua il sindaco di Trapani. Un po’ di rammarico da parte del primo cittadino c’è ma l’attacco è verso chi l’ha preceduto. “Dovrebbero cospargersi il capo di cenere chi in passato ha amministrato arrivando a “fottersene” delle frazioni e dei quartieri”. La critica è totale. “Le comunità sono state abbandonate, come se in passato ci fossero state città di serie A e di serie B. In passato, purtroppo, si è pensato troppo al centro storico dimenticando tutto il resto della città. Il centro è fondamentale, perché è lo specchio della nostra città, ma non devono esistere disparità: anche i cittadini delle frazioni pagano le tasse. Non funziona così – dice Tranchida -, una città così non può crescere, non è una città normale. Chi ha amministrato in questi anni, commissario compreso, dovrebbero prendersi le proprie responsabilità. È stato un voto di disperazione di quelle comunità, stiamo provando a rimediare agli errori fatti negli anni scorsi, a rispettiamo la scelta della cittadinanza che ha votato”. I Misilesi chiedono la loro autonomia “a fronte di un abbandono da parte della politica”. Un iter iniziato nel 2015, quando il consiglio comunale di allora, si espresse favorevolmente sulla questione. Le contrade coinvolte sono 8 e rappresentano un terzo di tutto il territorio trapanese: sono bastati i voti degli abitanti di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Salinagrande e Pietretagliate per raggiungere il 50%+1 necessario per il quorum.