“L’Assessorato regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, previo parere della competente Commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana, sentiti l’Assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità e l’Assessorato regionale dell’Economia, è autorizzato ad effettuare interventi finanziari a favore dell’aeroporto di Trapani Birgi, per il tramite della società di gestione aeroportuale, di cui la Regione siciliana è azionista di maggioranza”. Così recita il primo comma dell’emendamento approvato lo scorso 30 luglio dall’Ars e attraverso cui dovrebbe passare il rilancio del “Vincenzo Florio” con l’utilizzo del test MEO, il test dell’operatore in un’economia di mercato introdotto dall’Unione Europea parità di trattamento tra investitori pubblici e privati.
Nella norma, presentata dal governo Musumeci, è stabilito che “l’erogazione dei finanziamenti, pari a 4.625.500 euro per l’esercizio finanziario 2019 e 4.725.500 euro per l’esercizio finanziario 2020, è subordinata alla sottoscrizione di apposita convenzione tra il Dipartimento regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo e l’Airgest. Nel documento sono riportati “il programma pluriennale delle nuove rotte, gli obiettivi di incremento dei flussi turistici attesi e il riferimento al piano industriale ovvero all’analisi di redditività ex ante dell’intervento finanziario, nonché i reciproci rapporti anche inerenti il trasferimento delle risorse”. Il Dipartimento regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo “è autorizzato ad avvalersi, nel rispetto della normativa vigente in materia, di specifici studi di settore per una spesa non superiore a 100.000 euro per l’esercizio finanziario 2019”.
I finanziamenti previsti nell’emendamento “sono concessi in conformità e nel rispetto delle procedure di cui alla Comunicazione della Commissione europea sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree, pubblicata sulla GUUE del 4 aprile 2014 (2014/C 99/03) — paragrafi 3.4 e 3.5, ovvero, in subordine, paragrafo 5.2. In tale ultima ipotesi gli aiuti sono concessi subordinatamente all’esito positivo della procedura di controllo comunitario di cui all’articolo 107 TFUE (E108)”.
In pratica, quando un aeroporto beneficia di un finanziamento pubblico, la Commissione valuta se tale finanziamento costituisca un aiuto verificando se, in circostanze analoghe, un operatore privato, tenendo conto della possibilità di ottenere un utile e astraendo da qualsiasi considerazione di carattere sociale, politico-regionale e settoriale, avrebbe concesso lo stesso finanziamento. Il finanziamento pubblico concesso in circostanze che corrispondono alle normali condizioni di mercato non è considerato un aiuto di Stato e, quindi, è legittimo.
Quando un aeroporto dispone di risorse pubbliche, in linea di principio si può escludere l’esistenza di
un aiuto di Stato ad una compagnia aerea che utilizza lo scalo quando il rapporto tra l’aeroporto e tale compagnia aerea è conforme al MEO. Di norma si tratta del caso in cuimil prezzo praticato per i servizi aeroportuali corrisponde al prezzo di mercato oppure è possibile dimostrare attraverso un’analisi ex ante che l’accordo aeroporto/compagnia aerea porterà ad un aumento incrementale dei profitti per l’aeroporto.
La strada intrapresa dal governo regionale, quindi, appare quella che, nell’ampio dibattito di questi ultimi mesi in cui si è ragionato, a Trapani e a Palermo, delle sorti dell’aeroporto di Birgi, era stata proposta dal Comitato per il monitoraggio e la salvaguardia dell’aeroporto di Trapani.
“Fino a ieri l’orientamento comune – scriveva il Comitato – imputava il MEO test in capo ad Airgest. E lo stesso orientamento era conscio del fatto che Airgest non sarebbe mai stata in grado di recuperare i 6 milioni necessari al co-marketing recuperandoli dagli introiti aviation e non aviation (parcheggi, affitti dei bar, vendita pubblicitaria”. Da qui la proposta: “E se il MEO test lo facesse la Regione, nello specifico l’Assessorato al Turismo, negoziando egli stesso con Ryanair il co-marketing?”.
Un’ipotesi che l’stesso emendamento accoglie ma prevedendo, invece, l’intermediazione di Airgest. E il motivo è chiaro: il rapporto diretto tra la Regione e le compagnie aeree non sembra essere praticabile, configurandosi – secondo gli addetti ai lavori – come rapporto tra pubblico e privato e, quindi, si ricadrebbe nella questione del divieto degli aiuti di Stato.
Nell’attesa di ulteriori sviluppi, intanto, si registra la polemica della deputata regionale del Movimento 5 Stelle Valentina Palmeri riguardante la ricapitalizzazione della società di gestione del “Vincenzo Florio”: “Il presidente dell’Ars, Micciché, si era impegnato a far votare gli ordini del giorno alla fine della seduta di ieri ma – sottolinea la parlamentare – ha chiuso in fretta e furia i lavori e ha mandato tutti in vacanza senza dare a nessuno la possibilità di parlare. In sospeso c’era, tra le tante cose attese dai Siciliani, il nostro ordine del giorno sulla ricapitalizzazione di Airgest. Avremmo voluto impegnare sin da subito la Regione al salvataggio e alla ristrutturazione del gestore aeroportuale, con un finanziamento sulla base del Piano di risanamento e del bilancio societario, per la ricapitalizzazione della società. L’aeroporto ha assoluto bisogno di un rilancio, soprattutto considerando che rappresenta un punto di riferimento e un importante volano per lo sviluppo del territorio trapanese, la norma ‘salva Birgi’ che prevede solo l’avviamento di nuove rotte è insufficiente”.