Identificato e arrestato dalla Polizia l’uomo che recapitò all’avvocata Monica Maragno una pen-drive che esplose, l’8 ottobre dello scorso anno, negli uffici della Procura della Repubblica di Trapani provocando il ferimento dell’ispettore superiore della Polizia Gianni Aceto. Si tratta del 51enne Roberto Sparacio, ingegnere informatico originario di Palermo e residente a Pantelleria. Nei suoi confronti la gip Caterina Brignone ha disposto la custodia cautelare in carcere per i reati di minacce e lesioni gravi, possesso di materiale esplodente e fabbricazione di ordigni e possesso di materiale pedo-pornografico.
Come emerso dalle indagini, la legale trapanese, in quel periodo, si stava occupando della vendita all’asta di alcuni beni della famiglia dell’indagato nell’ambito di una procedura dinanzi al Tribunale civile di Marsala.
Il plico inviatole aveva come mittente l’Ordine degli avvocati e, prima di aprirlo, Maragno contattò la segreteria scoprendo che non erano stati loro ad averlo spedito. Da lì la sua decisione di sporgere denuncia alla Procura di Trapani alla quale consegnò quanto ricevuto.
La chiavetta USB fu inserita dall’ispettore di Polizia nel pc dopo circa due anni dalla denuncia per leggerne il contenuto ma il dispositivo esplose. Aceto fu portato al Pronto Soccorso di Trapani e poi trasferito nel reparto di Chirurgia plastica dell’ospedale “Paolo Borsellino” di Marsala per un intervento alla falange del pollice della mano sinistra. Il dispositivo e il computer furono sequestrati.
Le indagini condotte dagli investigatori della Mobile di Trapani insieme ai colleghi della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica e coordinata dal procuratore capo Alfredo Morvillo e dal sostituto Antonio D’Antona, hanno fatto luce anche sull’esplosione, avvenuta a Palermo nel luglio del 2016, di un’altra pen-drive che ferì gravemente un giovane. Gli investigatori hanno riscontrato una serie di elementi comuni tra i due fatti.