Una donna e due uomini trapanesi sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per ricettazione e
attività di gestione dei rifiuti non autorizzata dalla Polizia Ferroviaria nel corso dell’operazione “Oro rosso”, finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati legati alla ricettazione e al riciclaggio del rame trafugato alle Ferrovie,
all’Enel ed alla Telecom.
I poliziotti hanno sottoposto a controllo un’attività di Trapani che aveva attirato la loro attenzione a causa dei numerosi rifiuti metallici visibili dalla strada. Dopo diversi giorni di osservazione per verificare cosa accadesse nell’area
sospetta, gli agenti hanno appurato che vi veniva esercitata un’attività di
gestione di rifiuti all’aperto, consistente nella compravendita al minuto di materiale vario con tanto
di pesa posizionata sulla strada.
Alla richiesta dei poliziotti di esibire la documentazione di provenienza e di destinazione del materiale, le autorizzazioni per lo smaltimento e la
gestione dei rifiuti speciali e tutta la documentazione prevista per quel tipo di attività, la titolare è stata in grado di produrre soltanto un’autorizzazione di commercio all’ingrosso di rottami, incompatibile con il commercio al dettaglio che si stava esercitando fino a qualche minuto prima.
Per questo e per l’inesistenza totale di fatture, anche pregresse, che fanno supporre un’elusione totale dei controlli sulla provenienza dei beni trattati, la donna e il figlio sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. Il secondo uomo, invece, è stato sorpreso a vendere alla ditta in questione circa 67 chilogrammi di metalli misti raccolti in giro per il territorio nei giorni precedenti.
Sia il giovane “imprenditore” sia il cliente sono risultati recidivi avendo già precedenti penali specifici per la stessa tipologia di reati.
I rifiuti speciali misti, per circa 1200 chilogrammi, sono stati sequestrati e affidati in custodia giudiziale ad una ditta trapanese.
Dall’inizio dell’anno è il secondo sequestro di questo tipo che la Polizia Ferroviaria effettua nel
Trapanese. Lo scorso febbraio era stata sequestrata un’area di 3.700 metri quadri a Castelvetrano su cui veniva esercitata un’illecita attività legata alla gestione dei rifiuti speciali.