Voto di scambio, condannato l’ex senatore Nino Papania

L’ex senatore del Pd Nino Papania è stato condannato oggi dal Tribunale di Trapani per corruzione elettorale. Il giudice Franco Messina l’ha condannato a un anno di reclusione per aver offerto “voti in cambio di denaro e posti di lavoro” e al pagamento di 2.400 euro. Assieme a lui sono stati condannati, a otto mesi di reclusione, Leonardo Vicari, Giovanni Renda, Leonardo e Giuseppe De Blasi, rispettivamente padre e figlio. Anche loro sono stati riconosciuti responsabili della compravendita di voti.

Il processo era iniziato nell’ottobre 2014 e riguardava la fase del ballottaggio alle amministrative del 2012 in cui erano contrapposti Sebastiano Bonventre (Pd) e Niclo Solina, candidato della lista civica Abc (Alcamo Bene Comune). Allo spoglio risultò vincitore Bonventre, sostenuto da Papania, grazie a 39 preferenze in più rispetto all’avversario. Il primo cittadino, nel giugno 2015, si dimise anche in seguito a notizie che riguardavano la sua appartenenza alla massoneria e a fotografie che lo ritraevano all’interno di una loggia massonica.

Il giudice ha, invece, assolto per insufficienza di prove Papania dall’accusa di aver offerto derrate alimentari in cambio del voto. Papania, già nel 2016, era stato condannato per concorso in voto di scambio, con il rito abbreviato, in relazione al primo turno elettorale delle amministrative ad Alcamo del 2012. Per questo episodio è tuttora in corso il processo davanti alla Corte d’Appello di Palermo.