TRAPANI – Si è tenuta oggi, a partire dalle 10 alla caserma “Giannettino” di Trapani, la cerimonia di cambio del comandante del 6° Reggimento Bersaglieri. Al colonnello Stefano Di Sarra è subentrato il colonnello Mauro Sindoni. Era presente il generale Michele Pellegrino, comandante della Brigata “Aosta”, e sulla tribuna d’onore diverse erano le autorità militari, civili e religiose cittadine. Per Sindoni, che nel corso della sua carriera ha ricoperto incarichi presso unità operative e comandi di vertice, tra cui il Rapid Reaction Corps in Germania e il Nato Ready Deployable Corps a Solbiate Olona, si tratta di un ritorno a Trapani, dove è stato alla testa del 6° Battaglione “Palestro” del 6° Reggimento Bersaglieri, di cui oggi ha assunto il comando. Il colonnello Di Sarra, che ha comandato l’unità per due anni – durante i quali il Reggimento è stato impegnato nell’ambito della missione internazionale “Leonte X” nel Libano meridionale e nelle operazioni “Strade Sicure” ed “Emergenza Umanitaria” sul territorio nazionale, va a ricoprire un incarico presso il Centro di simulazione e validazione dell’Esercito a Civitavecchia.
“Il Reggimento mi mancherà, mi mancherete voi tutti – ha dichiarato il colonnello Di Sarra durante il suo discorso di commiato – e mi mancherà la Sicilia, fatta di aspre contraddizioni ma ricca, generosa e orgogliosa” e da dietro la divisa si è affacciato più volte l’uomo, la cui voce incrinata è stata la migliore testimonianza di quello “spirito di appartenenza” che il comandante uscente ha definito “un privilegio”. Un passaggio di consegne non solo simbolico, nella sua ritualità scandita da gesti e ordini ben precisi, ma anche reale, rappresentato dalla consegna nelle mani del nuovo comandante del Sesto della gloriosa bandiera di guerra del Reggimento. Al termine della cerimonia è stato scoperto, in una delle sale della caserma, un pannello con le immagini e la biografia dei bersaglieri medaglie d’oro e d’argento nella “Campagna di Russia” donato da un collezionista. Le emozioni non sono mancate con il tradizionale brindisi del Bersagliere recitato in coro e nella “cacciata” dalla caserma del colonnello Di Sarra, letteralmente preso di peso da un gruppo di “fanti piumati” e portato oltre il cancello della struttura. Una modalità dello stile bersaglieresco, fatto di baldanza e di coraggio, per dire “addio” ai comandanti che si avvicendano e che, in realtà, segna profondamente il senso di ciò che un vero comandante è prima di ogni altra cosa: un soldato tra soldati.