Evasione fiscale, la Guardia di Finanza sequestra oltre 70mila euro a imprenditori di Alcamo

I due sono indagati per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani, in esecuzione del provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Trapani hanno eseguito una perquisizione dell’abitazione di due persone di origine cinese residenti in Alcamo – gli imprenditori D.G., di 56 anni e Y.C., di 57, entrambi nati a Zhejiang – uno amministratore unico di una S.r.l. e l’altro titolare dell’omonima ditta individuale cessata nel 2017, ambedue attivi ad Alcamo nel settore della distribuzione all’ingrosso di articoli per la casa.

Le indagini del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria di Trapani hanno consentito di svelare un meccanismo di frode finalizzato a sottrarre al pagamento di imposte sui redditi e sul valore aggiunto un ammontare complessivo di oltre tre milioni di euro, di cui più di due già iscritti a ruolo.

Nello specificio, i due hanno trasferito gli asset della ditta individuale, particolarmente indebitata nei confronti del fisco, poco prima della sua formale chiusura, ad una Srl riconducibile a loro stessi, attraverso una simulata cessione di un ramo d’azienda; in questo modo, la nuova società si è posta in perfetta continuità con la ditta individuale in relazione all’attività economica esercitata e in relazione ai cospicui utili che ne derivavano, grazie anche ai prezzi particolarmente convenienti che potevano essere praticati per effetto dell’evasione fiscale.

Infine, pur presentando formalmente tutte le dichiarazioni fiscali previste dalla legge, evitavano accuratamente di versare anche un solo euro nelle casse dell’erario. Per tale comportamento gli imprenditori sono stati indagati per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Nel corso delle perquisizioni, gli uomini delle Fiamme Gialle hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro denaro contante per oltre 70.000 euro in banconote di piccolo taglio, mentre presso la sede dell’esercizio commerciale è stato identificato un cittadino cinese, impiegato clandestinamente come lavoratore dipendente. Nei confronti di quest’ultimo è stata attivata la procedura di espulsione con la collaborazione dell’Ufficio Immigrazione della Questura.

Nell’abitazione degli indagati, in un acquario, sono stati trovati un rarissimo esemplare di “pesce drago” (nome scientifico “Scleropagus Formosus”), e una razza di acqua dolce, detenuti in spregio delle convenzioni internazionali relative la salvaguardia di specie animali in via di estinzione.


Il possesso del pesce drago, secondo la cultura orientale, è indice di agiatezza economica e preminenza sociale, basti pensare che il valore di commercio al mercato nero di questa razza esotica arriva, per alcuni esemplari, ad oltre 300.000 dollari. Le operazioni di sequestro degli animali sono avvenute avvalendosi della preziosa collaborazione del Nucleo C.I.T.E.S. del Carabinieri di Trapani. Il sequestro, condiviso dalla Procura, è stato convalidato dall’Ufficio del gip del Tribunale di Trapani.