Quando la poesia l’insegnavano a scuola, di San Martino sapevamo che:
La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
dal ribollir dè tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.
Ma Giusuè Carducci non era trapanese, altrimenti in questa sua celebre poesia, tra l’aspro odor dei vini e l’odore affumicato di cacciagione alla brace, in qualche modo avrebbe fatto entrare anche il “muffuletto”.
Questo pane, aromatizzato dai semi di anice, in questi giorni lo troviamo in bella mostra e fragranza in tutti i panifici della provincia. Vanno gustati caldi con la mortadella, o secondo l’antica tradizione con la ricotta bagnata dal vincotto. Ed insieme al muffuletto anche i rinomati biscotti di San Martino che vanno gustati “ammugghiati nu vino”, altro che cantucci e vinsanto. Per concludere poi, scopriamo un’altra specialità di questo giorno molto caro al palato dei bongustai: il “sanmartinello”…
Possiamo solo raccontarvene la storia e la consistenza, ma il sapore e l’odore è impossibile descriverlo, per farlo abbiamo fatto una bella chiacchierata col mastro panettiere Giuseppe Martinez, Presidente di Assipan, che sicuramente vi farà venire l’acquolina in bocca. Per ascoltare schiaccia PLAY:
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